Dopo aver camminato per qualche ora in una antica strada che conduce al Bosco di Luna i personaggi hanno incrociato un gruppo di pellegrini. Nell'attimo in cui il loro leader si assicurava che non fossere dotati di cattive attenzioni dai lati della strada sono comparsi orchetti.
Gli orchetti si sono messi come sbarramento tra il gruppo e i pellegrini ed una terribile battaglia è infuriata.
Dopo pochi istanti in cui i pellegrini venivano falciati dalle terribili asce e dopo che le ferite degli assalitori venivano guarite miracolosamente dai preti orcheschi dal cielo è arrivato.
Un essere alato si è gettato su uno dei due carri che trasportavano gli inermi preti devastandolo e portando via un oggetto da loro gelosemenete custodito: un corno rosso.
Era questo lo scopo degli aggressori: distrarre il gruppo per dare il tempo alla bestia ed al suo cavaliere di portare via reliquia trasportata.
Ed una volta che il combattimento era finito non un solo orchetto si era reso, tutti si erano sacrificati per dare l'occasione al mostro alato ed al suo padrone di portare via l'artefatto.
Parlando con i pellegrini il peggio non era ancora finito: essi non erano dei semplici pellegrini ma dei chierici di Auril, la malvagia divinità del ghiaccio e quindi non solo i nostri eroi non erano stati in grado di prevedere lo scopo dell'aggressione ma avevano contribuito ad aiutare una divinità spietata.
Con le domande la nebbia dell'ignoranza ha iniziato a diradarsi: i due carri trasportavano i resti di un paladino di Auril che in un passato aveva lottato contro un campione divino di una divinità nominata "il dormiente".
Il corno era quello che i soccorritori avevano portato via dal corpo esanime del campione che combattendo con il paladino era morto insieme a lui.
I nostri eroi spaventati da questo gesto e non sapendo quali altre strade percorrere per cercare la scomparsa hanno deciso di seguire, a ritroso, le impronte lasciate dai banditi umanoidi.
Nel freddo suolo del bosco della luna, forse, avrebbero trovato gelide risposte.